La Puglia, una regione allungata sul mare, per lo più pianeggiante, povera di acque superficiali, ma inzuppata nelle sue viscere e ricca di fenomeni carsici. Panorami tormentati fatti di calcare, terre rosse, alberi monumentali, letti asciutti di antichi torrenti ed estese pianure coltivate. Le Puglie: come ancora oggi tradizionalmente vengono indicate ricordando i molteplici microcosmi in cui straordinariamente si stempera la sua complessa identità. In Puglia per la prima volta è quasi una sfida; più di un illustre viaggiatore del passato vi è rimasto stordito, disorientato, quasi stizzito dall’impossibilità di coglierla tutta insieme, come un libro aperto. Più di un viaggiatore (che fosse illustre o meno) vi è rimasto o non ha potuto fare a meno di ritornarci, stregato dal paesaggio, dalla storia, dall’arte, dagli uomini. E dalla suggestione fascinosa offerta dal sentirsi, al confine, tra due mondi, con un piede in Europa e l’altro in Oriente, con uno sguardo al futuro e con un abbraccio al passato. Un mosaico fatto di sabbia e roccia, montagna lussureggiante di vegetazione e campi di grano, frutteti ed olivi a perdita d’occhio, colline pietrose, tranquille lagune e cavità sotterranee, segnato, plasmato e modificato dall’uomo che nei secoli ha reso fertile ed opulenta – senza lasciare vuoti – una terra destinata probabilmente ad una sete perenne, erigendovi dolmen e menhir, castelli e cattedrali, abbazie e santuari, musei e palazzi, ville e masserie, torri e trulli.

La Valle d’Itria è il cuore dei bianchi di Puglia. L’ambiente naturale è punteggiato dai coni dei trulli, che si possono ammirare affacciandosi dalle balconate degli affascinanti i borghi di Locorotondo, Martina Franca e Cisternino. A pochi chilometri la bianca Ostuni, coi suoi orti a terrazza attorno alla cinta muraria, un fitto sistema di masserie e casali storici e un prezioso patrimonio ampelografico in piena rinascita grazie al recupero di autoctoni rari come l’impigno e l’ottavianello merita una nota a parte il susumaniello, vitigno a bacca nera di origini dalmate vinificato anche in purezza. Dai filari di bianco d’Alessano e verdeca si ottengono piacevolissimi e famosi vini. La Messapia, terra ricca di storia e cultura, è la patria del primitivo, un antico vitigno autoctono le cui uve maturano già a fine agosto (da cui il nome) dando origine a un rosso corposo, di grande personalità e dalla gradazione alcolica robusta. Distese di ulivi secolari, vaste coltivazioni di fichi e ampi vigneti disegnano il territorio compreso fra Manduria, Sava e Lizzano, accarezzato dalla brezza dello Jonio, dove i caratteristici alberelli di vite del primitivo, alcuni vecchi anche 80 anni, trovano il microclima ideale per esprimersi al meglio dando il nome alla famosa Doc Primitivo di Manduria.

Martina Franca, situata a 431 m. di altezza sul livello del mare, adagiata su una delle ultime colline meridionali della Murgia sud-orientale, Martina Franca domina l’incantevole Valle d’Itria, splendida distesa verde biancheggiante di trulli. La maggiore attrattiva della città è senza dubbio costituita dal caratteristico centro storico, splendido esempio di arte barocca, che con le sue stradine, i suoi bianchi vicoli, i palazzi signorili e le maestose e monumentali chiese. Oltre ad un ricco paesaggio punteggiato dalle antiche “casedde”, i famosi trulli, e dalle tipiche costruzioni delle masserie, preziose testimonianze dell’archeologia industriale, Martina Franca gode di un vasto territorio carsico ingemmato da suggestive grotte. Dalla sua strategica posizione, la città jonica regala alla vista dei visitatori una suggestiva panoramica sulle località limitrofe, aldilà delle quali si estende la provincia di Brindisi e Bari e, ancora oltre, il Mare Adriatico.